Expoduemilaquindici sarà
l'evento che rilancerà l'immagine italiana nel resto d'Europa e nel
mondo intero; Expoduemilaquindici permetterà all'Italia di
dimostrare che è in grado di organizzare grandi eventi e,
successivamente, di aggiudicarsi le Olimpiadi del 2024;
Expoduemilaquindici sarà il trampolino di lancio per le eccellenze
italiane che, finalmente, riceveranno la giusta pubblicità che
meritano; Expoduemilaquindici “sarà l'esposizione al mondo con la
più alta concentrazione di ideale” [cit. M. Renzi].
Expoduemilaquindici non sarà solamente un evento mondano ma mostrerà
l'importanza, per il pianeta stesso, dell'alimentazione consapevole.
Se Expo 2015 sarà davvero tutto ciò ancora non possiamo saperlo,
tuttavia quel che per ora l'esposizione universale ci ha lasciato
sono soltanto una marea di scandali e un'ondata di figure di merda.
Quello che desta più
scalpore non sono le inchieste della magistratura e nemmeno lo
scoprire che agli scandali e ai criminali ci siamo, oramai, abituati.
Era sinceramente prevedibile che, nel paese più corrotto dell'UE,
una manifestazione di questo genere, con appalti milionari e
gigantesche colate di cemento, si portasse dietro l'ormai consueto
strascico di arresti, faccendieri, furbetti, tuttofare e politici corrotti. Ciò
che continua a sorprendermi è l'alone di inettitudine e
pressappochismo che circonda l'intera manifestazione.
Si è partiti con lancio
del sito verybello.it, il portale nel quale trovare gli eventi
collegati ad Expo, che oltre ad avere il nome di un sito di make-up
per bambine è stato per lungo tempo navigabile solo in italiano; si
è continuato con le conferenze per i delegati delle 144 nazioni
ospiti, anch'esse, esclusivamente solo in italiano e senza
interpreti; quando è sceso in campo il reparto grafiche si è forse
raggiunto l'apice, con dei rendering digitali del “Parco della
Biodiversità” che sembravano essere frutto di una serata tra
amici, canne e birra; gli addetti alla traduzione, che erano stati
colpevolmente assenti agli inizi, si sono subito messi all'opera traducendo, in
francese e inglese, il sito ufficiale di Expo. Una traduzione che
presenta, però, sviste grammaticali e refusi, italianismi ed errori
sintattici così lampanti da far sorgere il dubbio che per la
traduzione siano stati utilizzati traduttori automatici; dulcis in
fundo quello che rispetto al resto sembra poco più di un peccato
veniale: alcuni cartelloni dati alle stampe mostrano la scritta “But
your ticket at Fieramilano”. Ovviamente non si tratta di un'errore
di traduzione (“Buy” compra – But “ma”) bensì di un errore
di stampa che è però passato sotto gli occhi di molte persone prima
di essere corretto.
Bisogna dare il giusto
peso alle cose ed è ben più grave che ci siano stati decine di
arresti, che per ora gli unici ad aver tratto profitto siano le
organizzazioni criminali, che a meno di due mesi dall'inaugurazione
risultino completi solo il 18% dei lavori e che, proprio per
sopperire a questo ritardo, siano stati spesi un altro milione di
euro per camuffare le opere che rimarranno incompiute all'apertura. È
ben più grave che durante i lavori siano stati rinvenuti amianto,
rifiuti speciali e idrocarburi, che secondo la società che si occupa
della bonifica, che doveva consegnare i lavori il 5 novembre 2013,
richiederanno di tenere aperto il cantiere fino al 28 settembre 2015
[Expo durerà dal 1 maggio al 31 ottobre. N.d.r.]. È molto grave che
gli sponsor di una manifestazione che ha come slogan “Nutrire il
pianeta. Il cibo è vita” siano Coca-Cola, McDonald's e Nestlè,
sicuramente non prodi alfieri dell'alimentazione sostenibile.
Ma non bisogna nemmeno sottovalutare l'approccio che gli organizzatori mantengono nei confronti di questo evento che non è altro che lo specchio dell'incapacità e della goffaggine di molta politica nostrana. È molto grave
che per un evento di questo genere ci siano così evidenti lacune per
quanto riguarda la comunicazione. Una comunicazione che incorre,
continuamente, in grossolani errori e banali sciocchezze e che sembra
essere lasciata in mano a dilettanti che appaiono sempre più votati all'improvvisazione. A risentire di questa inadeguatezza
non è solamente l'esposizione universale ma l'Italia che, ci piaccia
o meno, si rappresenterà attraverso questo evento. L'immagine che
Expo propaganderà durante questi mesi rischia di essere ridicola e
di sfociare inevitabilmente nel grottesco, dipingendo, ancora una
volta, l'Italia come un paese dalle grandi potenzialità che
rimangono continuamente inespresse.
Lo spot di Expo, con la
voce di Antonio Albanese, dice che durante l'esposizione
“incontreremo più di centoquaranta paesi in un unico luogo,
scopriremo il ristorante più grande del mondo e assaggeremo piatti
mai assaggiati prima” e continua elencando tutte le altre attività
alle quali potremmo dedicarci e tutte le cose che potremmo fare. Ma
il video dice anche che “a Expo ci faremo molte domande”. Non so
voi, ma io ho già iniziato e, forse, ho anche già trovato qualche
risposta.
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