martedì 24 marzo 2015

EXPO 2015 - MOLTE DOMANDE, POCHE RISPOSTE.

Expoduemilaquindici sarà l'evento che rilancerà l'immagine italiana nel resto d'Europa e nel mondo intero; Expoduemilaquindici permetterà all'Italia di dimostrare che è in grado di organizzare grandi eventi e, successivamente, di aggiudicarsi le Olimpiadi del 2024; Expoduemilaquindici sarà il trampolino di lancio per le eccellenze italiane che, finalmente, riceveranno la giusta pubblicità che meritano; Expoduemilaquindici “sarà l'esposizione al mondo con la più alta concentrazione di ideale” [cit. M. Renzi]. Expoduemilaquindici non sarà solamente un evento mondano ma mostrerà l'importanza, per il pianeta stesso, dell'alimentazione consapevole. Se Expo 2015 sarà davvero tutto ciò ancora non possiamo saperlo, tuttavia quel che per ora l'esposizione universale ci ha lasciato sono soltanto una marea di scandali e un'ondata di figure di merda.


Quello che desta più scalpore non sono le inchieste della magistratura e nemmeno lo scoprire che agli scandali e ai criminali ci siamo, oramai, abituati. Era sinceramente prevedibile che, nel paese più corrotto dell'UE, una manifestazione di questo genere, con appalti milionari e gigantesche colate di cemento, si portasse dietro l'ormai consueto strascico di arresti, faccendieri, furbetti, tuttofare e politici corrotti. Ciò che continua a sorprendermi è l'alone di inettitudine e pressappochismo che circonda l'intera manifestazione.


Si è partiti con lancio del sito verybello.it, il portale nel quale trovare gli eventi collegati ad Expo, che oltre ad avere il nome di un sito di make-up per bambine è stato per lungo tempo navigabile solo in italiano; si è continuato con le conferenze per i delegati delle 144 nazioni ospiti, anch'esse, esclusivamente solo in italiano e senza interpreti; quando è sceso in campo il reparto grafiche si è forse raggiunto l'apice, con dei rendering digitali del “Parco della Biodiversità” che sembravano essere frutto di una serata tra amici, canne e birra; gli addetti alla traduzione, che erano stati colpevolmente assenti agli inizi, si sono subito messi all'opera traducendo, in francese e inglese, il sito ufficiale di Expo. Una traduzione che presenta, però, sviste grammaticali e refusi, italianismi ed errori sintattici così lampanti da far sorgere il dubbio che per la traduzione siano stati utilizzati traduttori automatici; dulcis in fundo quello che rispetto al resto sembra poco più di un peccato veniale: alcuni cartelloni dati alle stampe mostrano la scritta “But your ticket at Fieramilano”. Ovviamente non si tratta di un'errore di traduzione (“Buy” compra – But “ma”) bensì di un errore di stampa che è però passato sotto gli occhi di molte persone prima di essere corretto.

Bisogna dare il giusto peso alle cose ed è ben più grave che ci siano stati decine di arresti, che per ora gli unici ad aver tratto profitto siano le organizzazioni criminali, che a meno di due mesi dall'inaugurazione risultino completi solo il 18% dei lavori e che, proprio per sopperire a questo ritardo, siano stati spesi un altro milione di euro per camuffare le opere che rimarranno incompiute all'apertura. È ben più grave che durante i lavori siano stati rinvenuti amianto, rifiuti speciali e idrocarburi, che secondo la società che si occupa della bonifica, che doveva consegnare i lavori il 5 novembre 2013, richiederanno di tenere aperto il cantiere fino al 28 settembre 2015 [Expo durerà dal 1 maggio al 31 ottobre. N.d.r.]. È molto grave che gli sponsor di una manifestazione che ha come slogan “Nutrire il pianeta. Il cibo è vita” siano Coca-Cola, McDonald's e Nestlè, sicuramente non prodi alfieri dell'alimentazione sostenibile.
Ma non bisogna nemmeno sottovalutare l'approccio che gli organizzatori mantengono nei confronti di questo evento che non è altro che lo specchio dell'incapacità e della goffaggine di molta politica nostrana. È molto grave che per un evento di questo genere ci siano così evidenti lacune per quanto riguarda la comunicazione. Una comunicazione che incorre, continuamente, in grossolani errori e banali sciocchezze e che sembra essere lasciata in mano a dilettanti che appaiono sempre più votati all'improvvisazione. A risentire di questa inadeguatezza non è solamente l'esposizione universale ma l'Italia che, ci piaccia o meno, si rappresenterà attraverso questo evento. L'immagine che Expo propaganderà durante questi mesi rischia di essere ridicola e di sfociare inevitabilmente nel grottesco, dipingendo, ancora una volta, l'Italia come un paese dalle grandi potenzialità che rimangono continuamente inespresse.



Lo spot di Expo, con la voce di Antonio Albanese, dice che durante l'esposizione “incontreremo più di centoquaranta paesi in un unico luogo, scopriremo il ristorante più grande del mondo e assaggeremo piatti mai assaggiati prima” e continua elencando tutte le altre attività alle quali potremmo dedicarci e tutte le cose che potremmo fare. Ma il video dice anche che “a Expo ci faremo molte domande”. Non so voi, ma io ho già iniziato e, forse, ho anche già trovato qualche risposta.

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