“Certo bisogna farne
di strada da una ginnastica d'obbedienza[...]”
Il NO che il popolo
greco ha urlato in faccia ai burocrati dell'Unione Europea ha fatto
emozionare molti nostalgici delle rivoluzioni. Il carro dei vincitori
è stato preso d'assalto. Giornalisti d'avanguardia sprecavano
paragoni tra Tsipras e Leonida, tra Varoufakis e Pericle. Il momento
sembrava adatto per la dimostrazione che può esistere un altro modo
di stare in Europa; tutti insieme. La sinistra europea e la
democrazia sono parse, per un breve momento, rinascere dalle proprie
ceneri.
Ma come spesso accade ai
carri, quando sono in troppi a salirci sopra, o non vanno da nessuna
parte, oppure si ribaltano. E così è stato per il carro Syriza. È
bastata una settimana, molto meno in realtà, per capire che il
referendum greco non avrebbe cambiato assolutamente nulla dei
rapporti di potere all'interno dell'Europa.
Il NO espresso con così
grande decisione da parte dei greci avrebbe concesso il potere alla
Grecia di trattare da pari, come uno Stato sovrano, con il consiglio
europeo. Questo non è successo, anzi, grazie al referendum il
presidente Tsipras si sente legittimato a rimanere al governo anche
quando è ovvio che se si chiedesse nuovamente il parere del popolo
sulle misure adottate l'altra notte, i greci si esprimerebbero ancora
negativamente.
Se qualcuno necessitasse
ancora di un'ennesima prova, il referendum greco probabilmente è ciò
di cui aveva bisogno. La Sinistra in Europa non esiste più. Da molti
anni ormai si può constatare una sempre maggiore marginalizzazione
della Sinistra all'interno dell'orizzonte politico europeo. La
mancanza di punti di riferimento politici è evidente anche quando si
considera l'entusiasmo con cui i partiti o gli pseudomovimenti
riformisti vengono accolti ogni qualvolta si presentino nel panorama
europeo. È l'abbandono d'ideale che permette, in Grecia, a Syriza di
stare al governo insieme all'estrema Destra. È il nostalgico ricordo
di qualcosa che non esiste più che ci ha fatto dimenticare che il No
greco fosse dovuto alla disperazione più che alla rivolta e come,
soprattutto fosse privo di un contenuto propositivo. Dietro al No non
vi era nessun progetto politico. Di fronte ad una punizione sicura il
popolo greco ha preferito scegliere un salto nel vuoto. Scelta che,
come sappiamo, non ha influito minimamente sulle trattative tra la
Grecia e l'Europa.
Questo abbandono del
campo da parte della Sinistra non è dovuto, semplicemente,
all'avanzare della Destra, anzi. La Sinistra ha autonomamente deciso
di rinunciare a qualsiasi battaglia politica che abbia come obiettivo
dichiarato il sistema del mercato. Con l'avanzare del neoliberalismo
la politica ha rinunciato al proprio ruolo divenendo l'esecutrice
materiale delle istanze neoliberiste. Questo è avvenuto sia a destra
come a sinistra, con la differenza che, nel primo caso, è stato
possibile consolidarsi intorno ad un orizzonte reazionario e
conservatore; nel secondo invece senza più lo spazio di discussione
sul “capitale”, sulle forme di un economia più equa, la Sinistra
si è squagliata, inesorabilmente, in un liquame di pseudo battaglie
e ideali di cui vergognarsi.
Questo è esattamente ciò
che è successo in Grecia. Chi pensava che Tsipras avrebbe rovesciato
il tavolo delle trattative è rimasto deluso e, oltretutto, è stato
costretto ad osservare ancora una volta la Grecia scavarsi la propria
fossa, sempre più fonda, intrappolandosi per altri anni in debiti
che non riuscirà mai a pagare.
La sinistra è morta e
non risorgerà fino alla prossima catastrofe, fino a che qualcuno sia
disposto a correre il rischio non solo di affrontarla, ma anche di
provocarla, questa catastrofe. Chi si proclama di Sinistra perchè
tollerante con gli immigrati, favorevole al matrimonio omosessuale o
alla liberalizzazione delle droghe e della prostituzione non ha
capito che non basta. Questa è solo la punta dell'iceberg; un
iceberg fatto di lotta e di rivolta, sul rifiuto di qualsiasi
compromesso e sulla capacità di immaginare, e di credere, in un
futuro migliore.
Ho iniziato questo post
con una citazione di Fabrizio De Andrè, che così continua “[...]
però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni da
non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni”
“Qualcuno
era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci
ostiniamo a chiamare democrazia. Qualcuno credeva di essere
comunista, e forse era qualcos'altro. Qualcuno era comunista perché
sognava una libertà diversa da quella americana. Qualcuno era
comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo
erano anche gli altri. Qualcuno era comunista perché aveva bisogno
di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità
di una morale diversa. Perché forse era solo una forza, un volo, un
sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di
cambiare la vita. Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto
questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso. Era come…
due persone in una.
Da
una parte la personale fatica quotidiana e dall'altra il senso di
appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare
veramente la vita. No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti
avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei
gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.Due miserie in un corpo solo. “ Il Signor G.
E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.Due miserie in un corpo solo. “ Il Signor G.
La penso come te. Ed io sono uno di quelli che aspetta con ansia che "Possibile " sbarchi sulla scena nazionale. Veramente però gli esiti di rovesciare il tavolo sarebbero stati probabilmente catastrofici ma credo che Tsipras avesse avuto questo mandato dal popolo ed in un certo senso lo abbia tradito. Meglio lo strambo Varoufakis che si è chiamato fuori. Relativamente alla tua analisi più generale condivido che la sinistra 2.0 è Obama, i democratici, Il neo PD...esprime concetti più di sinistra Salvini di Renzi. Renzi si vergogna un po' a definirsi di sinistra, non vorrebbe ma ogni tanto deve farlo. La sinistra è Francesco attualmente in Italia. Aspetto Civati e spero....
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